Le origini
Elegante architettura di cultura rinascimentale, assegnata dubitativamente al senese Francesco di Giorgio Martini o al dotto monaco olivetano fra’ Giovanni Giocondo da Verona, architetti attivi presso la corte aragonese, fu voluta nel 1492 da Giovanni Pontano come tempio funerario in memoria della moglie Adriana Sassone morta nel 1490. Divenne poi luogo di sepoltura di tutti i membri d”a famiglia, compreso lo stesso Giovanni Pontano, che fu insigne letterato e alto dignitario dei sovrani aragonesi e che mori nel 1503.

La cappella
La piccola cappella, con l’antiquarium epigrafico raccolto o dettato dal committente, trae evidente ispirazione dal mondo classico e come un tempio pagano è stata edificata lungo il tracciato viario del decumano maggiore, oggi via Tribunali, poco distante dalla casa del Pontano. Su due facciate della cappella, rigorosamente ripartite da lesene, si aprono piccole finestre con ornie in marmo affiancate da lastre marmoree con iscrizioni latine. Nei riquadri centrali le due porte di accesso sono sormontate da iscrizioni dedicatorie e dagli stemmi del Pontano e di sua moglie. L’ingresso su via Tribunali è impreziosito da eleganti candelabre in marmo. Internamente il tempietto è costituito da due ambienti sovrapposti, entrambi coperti con volta a botte, un semplice e nudo vano rettangolare e una cripta sottostante.
Il restauro
Per volere di Carlo di Borbone la cappella fu sottoposta ad un importante intervento di restauro nel 1759 da Giacomo Martorelli, che fece rimuovere dal pavimento le iscrizioni in latino e in greco e le epigrafi in memoria dei familiari del Pontano e le ricompose alle pareti. Il notevole pavimento in maiolica, realizzato nel 1492 dalle attivissime officine napoletane, per le varietà decorative e cromatiche presenta evidenti influenze da prototipi ornamentali sia di cultura islamico-bizantina sia valenzana. Caratterizzato da ottagoni composti da un tozzetto quadrato circondato da quattro esagonette, ripete nella parte centrale lo stemma del Pontano (un ponte a due arcate) e quello della moglie Adriana (un Ercole che abbatte il leone), nelle formelle esagonali motivi geometrici e vegetali, profili virili, cartigli, animali.
Dietro l’altare settecentesco, l’affresco raffigurante La Madonna con il Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, cui è dedicata la cappella, presenta influssi di cultura umbro-romana ed è stato attribuito a Francesco Cicino da Caiazzo, allievo di Antoniazzo Romano, che i documenti dicono attivo a Napoli dal 1491 al 1504.
1. Origini
2. La cappella
3. restauro
1. Origins
2. the chapel
3. restoration
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