Chiesa di San Giovanni a Carbonara
La chiesa di San Giovanni a Carbonara è una chiesa monumentale di Napoli sita nell’omonima strada del centro storico.
Seppur la fondazione risale al Trecento, le opere scultoree e pittoriche cinquecentesche che ne decorano gli interni la rendono una delle chiese rinascimentali artisticamente più rilevanti della città.
Storia
La costruzione della chiesa con l’adiacente convento agostiniano ebbe inizio nel 1339 (completato poi nel 1343) grazie alle donazioni del patrizio napoletano Gualtiero Galeota che donò all’ordine religioso alcuni suoi lotti di terra destinati in epoca medievale allo scarico dei rifiuti inceneriti che, tramite lo scorrimento dei fiumi, confluivano poi in mare.
L’ampliamento dell’inizio del Quattrocento voluto da re Ladislao, che qui desiderava essere sepolto, portò alla costruzione di un nuovo chiostro a fianco di quello preesistente (poi in seguito scomparso) e l’abbellimento della chiesa al suo interno con marmi pregiati. I lavori continuarono in seguito anche con la sorella del re, Giovanna II di Napoli, che proprio per il fratello fece erigere il grande monumento funebre dell’abside.
Durante il periodo rinascimentale il convento visse la sua massima espansione artistica e culturale divenendo anche luogo d’incontro tra uomini di cultura del panorama napoletano, come Giovanni Pontano, Chariteo e Jacopo Sannazaro. Già dal XV secolo si avvia un forte legame tra il complesso agostiniano e il casato dei Caracciolo che durerà poi per tutto il XVI secolo. Grazie alla famiglia napoletana nacquero le due cappelle absidali, una alle spalle dell’altare, voluta da Sergianni Caracciolo nel 1427, amante della regina Giovanna e che qui è sepolto, l’altra sul suo lato sinistro, voluta dal ramo dei Caracciolo di Vico. Agli inizi del Cinquecento risale inoltre la donazione di Ciancia Caracciolo grazie alla quale fu aggiunto un secondo chiostro monumentale, quello della Porteria. Alla metà dello stesso secolo si riconduce invece la nascita della cappella Somma alle spalle della controfacciata, che costrinse la chiesa a privarsi della facciata principale e di conseguenza a chiudere l’ingresso primario e ad organizzare un nuovo punto d’accesso dall’arco monumentale laterale alla navata, databile alla prima metà del XV secolo, che sarebbe poi avvenuto tramite una scalinata. Per volontà del cardinale Girolamo Seripando, invece, si ha intorno al 1570 la nascita del terzo e ultimo chiostro, quello Nuovo, e della biblioteca del convento, che durerà nella sua attività fino alla soppressione dell’ordine.
Nel 1688, dopo che un terremoto danneggiò l’intera struttura, i successivi lavori di restauro e rimaneggiamento cui fu sottoposto il convento, che si rivelarono molto costosi, fecero sì che venissero completati alcuni degli ambienti previsti nel progetto originario, con la fondazione di un educandato e del noviziato. Il convento divenne in breve tempo una delle scuole più frequentate dalla nobiltà napoletana a cavallo dei secoli XVII-XVIII; inoltre, qui venne fondata anche una scuola per i servi dei nobili.
Nel Settecento Ferdinando Sanfelice ridisegnò lo scalone monumentale principale risolvendo quindi il problema dell’accesso alla chiesa, alla cappella Seripando e alla cappella di Santa Monica, creando uno scalone monumentale che eliminasse il dislivello con la strada e che potesse permettere quindi di raggiungere dallo stesso punto d’ingresso tutti i luoghi preesistenti del complesso agostiniano. Questi lavori inclusero anche quelli di adeguamento della sottostante chiesa della Consolazione e di collegamento della stessa con la chiesa superiore; i lavori furono affidati dai padri agostiniani allo stesso Sanfelice.
Gli anni d’oro del convento agostiniano durarono fino alla soppressione dell’ordine avvenuta durante il periodo austriaco, intorno al 1729, quando gran parte degli ambienti che lo componevano furono poi destinati a uso militare: dapprima ospitò nel periodo borbonico la scuola militare, un collegio destinato ai figli dei militari distintisi per le loro azioni, poi accolse due reggimenti di fanteria e in seguito il Reggimento Real Marina. L’uso a mo’ di caserma durò anche dopo l’Unità d’Italia, acquisendo la denominazione di caserma Garibaldi.
Restaurata una prima volta nel 1856 da Federico Travaglini, la chiesa di San Giovanni assieme all’annesso convento fu severamente danneggiata durante i bombardamenti del 1943 a cui seguirono ulteriori lavori di restauro che eliminarono le aggiunte ottocentesche. Oggi la parte del convento occupata dall’ex caserma Garibaldi e dal chiostro Nuovo ospita gli uffici giudiziari.
1. Chiesa di San Giovanni a Carbonara
Chiesa di San Giovanni a Carbonara

Guarda LIS

Ascolta

Lettura
info e Accessibilità
Via Carbonara, 4, 80139 Napoli NA